Vendita occasionale: serve partita Iva? (2024)

Adempimenti e obblighi per chi vende online o su mercatini: dichiarazione dei redditi, apertura della partita Iva ed emissione ricevute di pagamento.

Diciamoci la verità: Internet e Paypal hanno creato un esercito di evasori. Non sono pochi i privati che, per arrotondare lo stipendio, hanno una seconda attività di vendita online di prodotti creati artigianalmente o di servizi di vario tipo (ad esempio creazione di loghi, magliette, siti Internet, ecc.). Tutto ciò è tendenzialmente legale ma deve sempre fare i conti con il fisco e, soprattutto, la dichiarazione dei redditi. Il primo scoglio che si incontra in questi casi è se, per la vendita occasionale, serve la partita Iva.

Di tanto parleremo qui di seguito in modo semplice e pratico.

Indice

Cosa si intende per vendita occasionale?

La vendita occasionale è quella che viene fatta in forma non stabile o comunque non periodica. L’attività deve essere sporadica. Non è occasionale una vendita “organizzata”, ossia con predisposizione, ad esempio, di un sito Internet o di un chiosco.

La vendita occasionale è quella, ad esempio, che si fa saltuariamente al mercatino dell’usato o che, di tanto in tanto, avviene tramite un’offerta su una piattaforma (ad esempio quelle dei social network).

La dimostrazione del carattere occasionale o meno dell’attività commerciale implica sovente complesse attività di analisi, dagli esiti spesso incerti, finalizzate a ricostruire una pluralità di atti – anche compiuti nell’arco di diversi anni – tra loro collegati e preordinati al conseguimento di un reddito.

In linea di massima, nell’attività “amatoriale” è assente una preordinazione di atti finalizzati alla vendita dei beni e al conseguimento di un profitto costante o periodico (si tratta dei casi, ad esempio, dei collezionisti e di chi vende beni ricevuti a seguito di donazione o eredità).

Bisogna superare un equivoco in cui molti spesso cadono: l’attività occasionale o professionale non si distingue in base all’entità dei ricavi conseguiti nell’anno. Anche poche vendite, se strutturate in forma organizzata, possono dar luogo ad attività non occasionale ma professionale.

Secondo la Cassazione, sussiste un esercizio abituale d’impresa quando l’attività è caratterizzata da ripetitività, regolarità, stabilità e sistematicità di comportamenti [1].

Secondo il ministero dell’Economia [2], si ha esercizio abituale dell’attività ogni qualvolta un soggetto pone in essere con regolarità, sistematicità e ripetitività una pluralità di atti economici coordinati e finalizzati al conseguimento di uno scopo.

Perché è così importante stabilire se una vendita è occasionale o meno?

La distinzione tra vendite occasionali o meno è necessaria per stabilire quali obblighi fiscali abbia il venditore o il prestatore di servizi. E difatti, come vedremo a breve, tali obblighi non sussistono per chi esercita un’attività sporadica.

Vendita occasionale: bisogna dichiarare i guadagni?

Qualsiasi guadagno derivante dalla vendita di beni o servizi va sempre dichiarato al fisco. Chi fa un “utile” deve cioè riportarlo nella dichiarazione dei redditi e pagarci le imposte, indipendentemente dall’importo conseguito.

Non ha obblighi di dichiarazione chi vende un oggetto usato perché il prezzo conseguito è quasi sempre inferiore rispetto a quello inizialmente speso per acquistarlo. In assenza quindi di un utile non esistono obblighi fiscali. Ad esempio, chi vende al mercatino dell’usato non deve poi dichiarare i guadagni conseguiti.

Tuttavia, se il reddito derivante da lavoro occasionale è inferiore a 4.800 euro annui ed è anche l’unico posseduto dal contribuente sussiste l’esonero dalla dichiarazione.

Chi invece percepisce altri redditi (ad esempio stipendio da lavoro dipendente o da pensione) ha l’obbligo dichiarativo, nell’ambito del quale va rideterminata l’Irpef (e le addizionali) derivante dal cumulo dei due redditi (pensione e reddito occasionale) e da eventuali ulteriori redditi posseduti dal contribuente.

Se i redditi percepiti dall’attività commerciale occasionale sono inferiori a 4.800 euro, è previsto l’esonero dall’obbligo di presentare il modello 730.

Vendita occasionale: bisogna aprire la partita Iva?

Nel caso di una vendita occasionale (si pensi a chi fa stampe su magliette, orecchini e collanine per ragazze, ricami su tessuti e così via e poi li rivende online o in mercatini) non sorge l’obbligo di aprire la partita Iva se le vendite sono occasionali e i ricavi non superano 5.000 euro.

Vendita occasionale: bisogna rilasciare la ricevuta?

Nel caso di vendita occasionale, il venditore deve rilasciare ai clienti delle quietanze di pagamento, anche al fine di monitorare le cessioni effettuate.

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note

[1] Cass. sent. n. 1052/1988.

[2] Min. Economia ris. n. 550326/1998.

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